Come sono andate le elezioni a Reggio Calabria

Tutto come da copione. Sarà il ballottaggio a decidere chi sarà il prossimo sindaco di Reggio Calabria. A contendersi la carica di primo cittadino sarà Giuseppe Falcomatà, sindaco uscente ed esponente del Partito Democratico, e il candidato del centrodestra, nominato dalla Lega, Antonino Minicuci.

I risultati del primo turno

Ci si aspettava una sfida equilibrata e così è stato. Già gli exit poll usciti nella giornata di lunedì avevano lasciato presagire ad una battaglia all’ultimo voto tra Falcomatà e Minicuci, uno scenario che è stato poi confermato dal conteggio dei voti reali. Stando ai dati pubblicati sul sito del Ministero dell’Interno, quando sono state scrutinate 215 sezioni su 218, Falcomatà è avanti con il 37,09% (34.457 voti); poco più indietro Minicuci che si attesta al 33,88% (31.473 voti).

Come sappiamo, nei comuni con più di 15.000 abitanti per vincere non basta la maggioranza relativa dei voti, ma bisogna ottenere il 50+1 dei consensi. Per questo motivo tra due settimane assisteremo ad un ballottaggio tra Falcomatà e Minicuci che si prospetta estremamente equilibrato e dove, ancora una volta, saranno decisivi gli elettori degli altri candidati e gli astenuti al primo turno.

La variabile Angela Marcianò

La variabile impazzita di questa consultazione era rappresentata da Angela Marcianò. La giuslavorista reggina ha provato a raccogliere consensi tra gli elettori delusi dall’operato di Falcomatà e tra i simpatizzanti del centrodestra che non hanno gradito la candidatura leghista di Minicuci.
La sua proposta alternativa è stata un successo a metà. Alla fine, infatti, la Marcianò si attesta a 13,88% (12.889 voti), ottenendo molti più preferenze rispetto alle sue liste (circa 7mila in più).

Questo vuol dire che tantissimi cittadini hanno optando per un voto disgiunto, scegliendo magari un consigliere presente nelle liste di Falcomatà o Minicuci, ma optando per Angela Marcianò come candidato sindaco.
Un risultato che però non le basterà per accedere al ballottaggio e che pone diversi dubbi su alcuni sondaggi della vigilia che la davano addirittura sopra il 20%.

Sarà interessante vedere se la Marcianò effettuerà degli apparentamenti e soprattutto a chi andranno quei quasi 13 mila volti raccolti. È probabile che la maggior parte di queste preferenze vadano a Minicuci visto che attualmente la Marcianò si vuole all’interno dell’area politica del centrodestra come dimostrano le sue liste.

Pazzano, M5S e gli astenuti: aghi della bilancia al ballottaggio?

Ma le incognite in vista del ballottaggio non riguardano solo la Marcianò. A chi andranno, ad esempio, i voti di Saverio Pazzano? Il candidato sostenuto tra gli altri dal sindaco di Napoli De Magistris ha ottenuto 5.894 preferenze (6,35%) e le sue posizioni politiche rientrano all’interno del civismo di sinistra. Riuscirà Falcomatà ad attrarre almeno una parte di questi elettori?

C’è, infine, da valutare con chi si schiereranno gli (ex) elettori del Movimento 5 Stelle. Il candidato grillino, Fabio Foti, ha ottenuto un risultato deludente (2.237 voti) e adesso dovrà decidere chi appoggiare nel secondo turno. Molte delle preferenze grilline sono andate con ogni probabilità al massmediologo Klaus Davi (4.308 voti) che è andato vicinissimo a strappare un seggio in Consiglio Comunale, ma non rientrerà perché la sua lista non ha raggiunto il quorum del 3%.

Al momento Giuseppe Falcomatà è avanti di circa 3mila voti, ma il fatto che le sue liste abbiano complessivamente ottenuto più preferenze rispetto alla sua candidatura (circa 3mila in più) non è certamente un buon segnale. Sia lui che Minicuci dovranno allora essere bravi ad attrarre voti dagli altri candidati e cercare di portare alle urne una buona fetta degli astenuti.

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